Bros Before Wods

 

“Nel 2014 ero in viaggio, a Toronto. Lì ho scoperto il CrossFit e me ne sono innamorato. Sono tornato a casa entusiasta e ho coinvolto l’unica persona che avrebbe potuto capirmi e sostenermi in quella che sembrava una follia: Stefano, amico di una vita.” 

Giuseppe Nigro 

 

 

 

“All’inizio ero titubante, mi sembrava la classica americanata. Ma non potevo non fidarmi di Giuseppe, siamo amici da troppo
tempo. Quindi ho iniziato a fare CrossFit e adesso abbiamo un box… Mi sembra evidente che ho fatto bene no?”  

Stefano Goldaniga

 

 

Stefano e Beppe hanno aperto CrossFit Tritium nel 2019, dopo essersi entrambi appassionati di quest’attività. Amici da sempre, ma con due caratteri opposti, ora anche soci in affari. Scopriamo un po’ chi sono, fuori e dentro al box!  

 

Ciao Stefano! Ciao Beppe! Siete pronti? Iniziamo dalle basi, con una domanda facile: chi siete? Raccontateci qualcosa di voi.  

Ciao, io sono Stefano Goldaniga, per gli amici Golda. Anzi IL Golda! Ho 37 anni e da 37 anni vivo a Trezzo. Sono nato e cresciuto qui. Sono sposato e quando non sono al box, lavoro come commerciale. Vendo valvole. Per ora…. 

Ciao Maria, grazie per l’invito! Apriamo la busta? Hahaha. Va bene, serio: sono Giuseppe Nigro, detto Beppe. Ho 32 anni + IVA, passati a girare il mondo. Però poi, sono tornato qui a Trezzo, a casa. Nella vita sono un sacco di cose: un architetto d’interni con il gusto per le cose belle (e pure quelle buone), un Crossfitter e un coach, ma soprattutto da un annetto ad oggi sono papà di Gaia, la mia patatina.   

Quindi immagino che vi conosciate da sempre, giusto?  

Stefano: Da una vita, letteralmente. Eravamo vicini di culla: io sono nato il 29 Dicembre e Beppe poche ore dopo di me, il 30.  

Giuseppe: Esatto! Abbiamo condiviso scuole, serate, vacanze, gioie e dolori. Poi ci siamo persi di vista per qualche anno, anche perché io ho girato un po’ per lavoro, ma ci siamo ritrovati, per stare insieme…finché Crossfit non ci separi 

Raccontateci qualcosa l’uno dell’altro!  

S: Quanto tempo abbiamo? Va beh, vado sul classico dai: in una delle prime vacanze insieme, a 18 anni, ci siamo vestiti da donne. Abbiamo ancora le foto in un archivio segreto (ma non troppo).  

G: Hahaha con cavolate del genere potremmo riempire un libro, forse anche due. Io mi ricordo ad esempio che Ste era negato, in qualsiasi sport, soprattutto a calcio. Una volta, pur di non averlo in squadra, lo abbiamo dato in prestito ai nostri avversari, e lui, per ripicca, si è trasformato improvvisamente in Micheal Owen (meteora del calcio anni 2000). Non l’abbiamo più ceduto, ma lui ovviamente non ha mai più fatto una partita come quella! Poi ha scoperto il CrossFit ed è diventato il più forte di tutti!   

E dopo questa scoperta, è arrivato il box. Amici e soci in affari: è più semplice oppure il vostro rapporto complica le cose?  

S: No, non direi. C’è molto equilibrio tra di noi.  

G: Esatto. C’è una regola che rispettiamo entrambi tacitamente: “bros before wods”, l’amicizia prima del business, cioè il CrossFit. I work out si chiamano wod, l’avete capita, no? Va beh insomma, mettendo il business in secondo piano, rispetto al nostro rapporto d’amicizia, tutto fila!  

Affascinante l’idea di provare a portare avanti qualcosa di vostro, insieme. Ma perché proprio il CrossFit? Perché non una palestra normale o che ne so, un bar?  

S: Perché è uno sport innovativo, motivante, pieno di stimoli e di cose nuove da imparare ogni giorno, mai monotono, MAI BANALE. Come con noi, non ci si annoia mai! I workout sono sempre vari, non come nelle globo gym tradizionali, dove ti rifilano una scheda prestampata. 

G: Semplicemente abbiamo questo in comune. Una passione che vogliamo condividere con i nostri ragazzi.   

Quindi, molto amici, una passione in comune… ma comunque due persone diverse! Siete diversi anche nella gestione della palestra? Avete idee diverse che riuscite a far convivere in un unico progetto? Qual è la vostra idea di CrossFit? 

S: Si, ognuno ha le se peculiarità. Diciamo che è proprio l’unione di questi nostri due modi di essere diversi che completa la palestra. Beppe è molto coccoloso con i ragazzi, soprattutto con chi ha poca esperienza. Io invece tendo sempre ad essere un po’ più rompipalle, le cose vanno imparate bene fin da subito. Così poi è tutto in discesa, no?
Comunque, di base, la nostra idea di CrossFit è la stessa: uno sport che può e deve essere veramente alla portata di tutti. 

G: Concordo. Il nostro essere diametralmente opposti nella gestione della palestra è la nostra forza. Conveniamo entrambi sul fatto che i ragazzi siano al centro del progetto e che la cosa fondamentale sia saperli ascoltare. In questo siamo molto fortunati perché siamo anche circondati da perone meravigliose.  

Abbiamo capito che comunque la passione è la stessa e che il CrossFit vi ha presi fin da subito, circa. Una specie di amore a prima vista. Ma, diteci la verità, com’è stato il primo allenamento?  

S: Allora, il CF me l’ha presentato Beppe. Lui lo praticava durate il suo triennio di lavoro all’estero. Devo ammettere che in realtà il mio approccio è stato molto graduale, all’inizio ero un po’ scettico. Ho pensato subito “eccola, l’ennesima americanata del cavolo che tra due mesi non se la filerà più nessuno”. Poi, dopo il secondo, terzo, quarto allenamento, ho iniziato a capire come funzionava, cosa mi spingeva a fare… Mi ha colpito la varietà e la novità in generale.  

G: “First reaction, SHOCK!”. Ho vissuto anni all’estero e il CF è stato la mia salvezza.  

E avete deciso di portare avanti questo progetto! Ma oltre al box, quanto è presente il CrossFit nella vostra vita? Quanto siete “malati” di CF? Non ci sono le partite la domenica, ma ci sono le gare, le seguite? Le fate? Avete un album di figurine o il poster del vostro Crossfitter del cuore nell’armadio?  

S: Guarda, ti dico solo che scegliamo la località di vacanza in base alla vicinanza ad una palestra di CF. Basta?
Gare si certo le seguiamo, abbiamo pure montato una TV al box per questo. Ne facciamo un po’ di meno di quante vorremmo, e anche con scarsi risultati… Sai iniziamo ad avere una certa età. 

G: Non mi definirei malato, ma sono davvero appassionato. Ho fatto qualche gara, prima, ora le guardo e basta. Mi capita di seguire le competizioni con ammirazione verso i partecipanti, ma mantengo sempre un certo distacco. Ormai il mio l’ho dato e sono contento così!  

Chi è il vostro modello CrossFittiano e perché.  

S: Se parliamo di atleti d’élite a livello mondiale, tra i miei preferiti c’è sicuramente BK Gudmunson. Islandese, come molti campioni di CF. Ricordo ancora un video che ha postato dove eseguiva 50 chest to bar unbroken, tutti perfetti, uguali dal primo all’ultimo. Come se la fatica non potesse toccarlo. Potete immaginare cos’ho provato io, che sono un precisetti, tutto impostato sulla pulizia dei movimenti. Ho guardato il video in loop per non so quante volte. Spaziale.  

G: Direi Rich Froning, l’uomo che mi ha fatto innamorare del CrossFit. Sono un tipo fedele. 

Diciamo che quindi il CrossFit pesa abbastanza nel vostro quotidiano, ma non è assolutamente l’unica cosa che fate: come riuscite a gestire tutto? Lavoro, famiglia, box… Sono molte cose per 24h! Raccontateci il vostro segreto. 

S: No, dobbiamo conciliare lavoro e la gestione del box. Ma se hai tanta passione, il tempo si trova sempre. E se a questo aggiungi degli ottimi collaboratori, è fatta! Certo, una menzione speciale merita anche la pazienza di mia moglie. Lei sa cosa significa per me, mi capisce e mi supporta tantissimo. Questo è molto importante!  

G: Nella vita faccio il PM nei cantieri (Project Manager, non Pubblico Ministero eh), quindi sono abituato a gestire tante cose insieme. Certo, da quando è nata Gaia il tempo libero è nettamente diminuito, ma non temete, ho già la soluzione pronta: me la porto in palestra! A breve verrà con me, inizierà a prendere confidenza con l’ambiente, con i pesi e con i pazzi che frequentano il box e diventerà una Crossfittina! Meglio iniziare presto no?  

Immagino che non sia facile. Non deve essere stato facile nemmeno gestire un box in questi anni, tra pandemia e lock down. Però sicuramente, se avete deciso di portarlo avanti, vuol dire che vi regala grandi soddisfazioni. 

S: Si certo. La cosa migliore che abbiamo mai fatto.
Pandemia e lockdown ci hanno dato una bella mazzata ma, anche grazie noi nostri atleti fidati, siamo riusciti ad uscire dalla tempesta. Non ci ferma nessuno!  

G: Dobbiamo ringraziare la nostra lungimiranza nella gestione dei costi, ma soprattutto dobbiamo ringraziare le persone che hanno preso a cuore la situazione e che ci hanno aiutato sin dal 23/03/2019. La lista è davvero lunga, ma se devo fare subito dei nomi direi Nicholas ed Erika, gli altri due coach del box.

Adesso che siete arrivati fino a qui, quali sono i prossimi step? Cosa avete in progetto o quali sogni avete nel cassetto?  

S: Non vogliamo pensare troppo in grande. Ci piace cosa stiamo facendo e come lo stiamo facendo. Seguire nel nostro piccolo i ragazzi nel miglior modo possibile, per trasmettere a loro la nostra passione.
Io personalmente sto anche cercando di creare una squadretta di pesistica da portare poi ai regionali e, si sa mai, alle nazionali. Tempo al tempo, piccoli passi. Ma io ce la metto tutta! 

G: Non ci sentiamo arrivati da nessuna parte, perché la vita è un viaggio continuo. Però sento di poter dire che abbiamo quello che vogliamo: un bel box, frequentato da tante persone, tutte diverse, tutte stupende e che ci regalano soddisfazioni e serenità. Guardiamo al futuro con fiducia.  

Bene, abbiamo finito! Quindi?  

S: Quindi cosa? Quindi niente! Anzi, quindi venite al box anche voi!  

G: Eh infatti! Dopo questa commovente storia meritiamo una chance come coach, no? Vi aspettiamo!